domenica 12 ottobre 2014

LA FACCIATA DELLA CHIESA DEI SANTI GIUSEPPE E FLORIANO DI VERDERIO di Elisabetta Parente, storica dell'arte




Le forme e la decorazione dell’esterno della chiesa parrocchiale dei santi Giuseppe e Floriano di Verderio rimandano all’architettura lombarda del XV secolo: la realizzazione in laterizio, il cui colore rosso viene esaltato dagli inserti ad intonaco e dalla presenza di marmo bianco; l’impiego congiunto di arco a tutto sesto e arco a sesto acuto; il ricorso a molteplici aperture per alleggerire le pareti murarie.
La facciata ha un profilo a spioventi interrotti e risulta suddivisa in tre parti per mezzo di semipilastri lievemente sporgenti.



La parte centrale , la più alta poiché corrisponde alla navata maggiore, ospita il portale marmoreo fortemente strombato, 






il rosone ad intelaiatura radiale, anch’esso marmoreo 







e una piccola loggia con sottili colonne dal capitello corinzio stilizzato.









Nei due corpi laterali, più bassi e corrispondenti alle navate laterali interne, trovano posto le due finestre ogivali: si tratta di due bifore, con le aperture divise da una piccola colonna in sarizzo, inquadrate da una decorazione radiale di conci rossi e bianchi, contenuta in una cornice in terracotta.






A coronamento dell’intera facciata sono posti cinque pinnacoli, i tre centrali più piccoli rispetto ai due laterali, tutti sormontati da croci in ferro battuto.
Il prospetto così impaginato richiama proprio lo stile di molte chiese milanesi realizzate da Guininforte Solari, caratterizzate da facciate che, pur richiamandosi alla robusta lingua romanica, vengono svuotate e rese più leggere grazie alla presenza di elementi di chiara ispirazione gotica come il rosone, le finestre dalla forma allungata, lo slancio in verticale dell’edificio.
Che la chiesa dei santi Giuseppe e Floriano sia una moderna realizzazione in “stile” è reso evidente da alcuni particolari decorativi che sono stati liberamente interpretati.
Nelle architetture medioevali, il ricorso a semplici archetti pensili, posti alla sommità non solo della facciata, ma di tutte le pareti esterne e, a volte, anche interne, serviva a collegare i prospetti fra loro e a dare unitarietà all’insieme.

Questo avviene anche nella chiesa di Verderio, dove una cornice di archetti a sesto acuto in terracotta su fondo bianco è presente in tutto il corpo di fabbrica, dalla facciata alla zona absidale, dalla struttura esterna della cupola allo slanciato campanile.
Proprio in facciata però questa cornice diventa elaborato sistema decorativo: nella sommità del corpo centrale due fasce d’archetti racchiudono la loggetta, facendola diventare prezioso ricamo; posta sotto le due finestre, la cornice è originale e insolito “davanzale”, sorta di piccolo brano staccato dal contesto.





Solo la libera interpretazione di gusto novecentesco poteva concepire, a decorazione della sommità dei semipilastri laterali, tre archi a tutto sesto estremamente allungati, sormontati da tre circonferenze in terracotta.







Come spesso accade , elementi decorativi presenti all’esterno di una chiesa vengono impiegati anche per la decorazione all’interno di essa.
Nella lunetta che sovrasta il portale ligneo d’accesso alla parrocchiale dei santi Giuseppe e Floriano è dipinto ad affresco, in campo azzurro con stelle dorate, un sole radiante giallo spento e rosso, che riporta al suo interno il motto IHS.






Il sole, figura simbolica della vita che da Cristo si irradia a tutti gli uomini, è l’elemento dominante all’interno della chiesa, interamente decorata ad affresco dal pittore milanese Ernesto Rusca, seguendo le indicazioni e i disegni forniti da Fausto Bagatti Valsecchi.




Elisabetta Parente, 2002

* Testo tratto da: Elisabetta Parente, "La chiesa dei santi Giuseppe e Floriano: la genesi architettonica e le sue opere", terzo capitolo del libro: VERDERIO, La chiesa parrocchiale dei santi Giuseppe e Floriano 1902-2002: un secolo di storia, arte e vita religiosa.


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