venerdì 24 settembre 2010

LA GENESI DELL'ARCHIVIO STORICO DI VERDERIO di Marco Bartesaghi



La cronaca di come si è formato l'Archivio Storico di Verderio può essere suddivisa in alcuni episodi.

Il primo risale al 26 aprile 1997, quando, in concomitanza con l'avvio dei lavori di ristrutturazione dell'ala ovest di Villa Gnecchi di Verderio Superiore, furono recuperati documenti dell' "Azienda Agricola Vittorio Gnecchi", che giacevano abbandonati in un locale per molti anni adibito ad ufficio degli "agenti di campagna" susseguitisi nella gestione dell'azienda: documenti, in gran parte del XX secolo, riguardanti i rapporti fra la proprietà e i coloni, la compravendita di immobili, il catasto, la gestione della villa padronale e le situazioni particolari createsi a causa degli eventi bellici del 1915/18 e del 1940/45.



Il loro intrinseco valore e la convinzione che ulteriori documenti, della stessa famiglia o di altre legate alla storia di Verderio Superiore e Inferiore, potessero aggiungersi, fece nascere l'idea di costituire un Archivio Storico comune ai due paesi. Dopo un primo riordino, il materiale fu perciò mostrato dall'allora sindaco Ferdinando Bosisio al signor Giancarlo Carlotti, individuato come uno degli ultimi proprietari dell'azienda e quindi dei documenti: egli, giudicando positivamente l'iniziativa, diede il consenso alla conservazione delle carte presso i due comuni.



Del progetto fu messo al corrente anche l'architetto Francesco Gnecchi Ruscone, il quale, valutandolo a sua volta positivamente, decise di mettere a disposizione la documentazione di famiglia in suo possesso: carte che, a partire dalla prima metà del '500, riguardano i beni della famiglia Airoldi, il loro passaggio, agli inizi del '600, ai Confalonieri, il consolidamento e lo sviluppo della proprietà, nei secoli XVII, XVIII e XIX, nelle mani di questi ultimi, fino alla vendita, nel 1888, a favore della famiglia Gnecchi Ruscone.





Alcune serie di questi documenti si presentavano, al momento della consegna, in cattive o pessime condizioni, perché conservati in ambienti eccessivamente umidi. Affidate alle cure dell'Archivio Plebano di Vimercate, diretto dalla signorina Maria Corbetta, grazie al lavoro del signor Carlo Mauri e dei suoi collaboratori, sono state in buona parte salvate.


Oltre ai già citati documenti, l'architetto Gnecchi consegnò all'Archivio un faldone riguardante la Roggia Annoni - canale d'irrigazione acquistato, insieme al "fondo Bergamina", da un ramo della famiglia negli anni trenta del novecento -, un altro riguardante il diritto di pesca nel lago di Sartirana, bacino da cui la roggia proveniva, e un altro ancora relativo alla casa che gli Gnecchi possedevano a Milano in via Filodrammatici, oggi sede di Mediobanca.



Il terzo episodio di questa cronaca è fortunoso quanto e forse più del primo. I discendenti del musicista Vittorio Gnecchi Ruscone avevano avuto a disposizione per molti anni un locale attiguo alla chiesa di Sant'Ambrogio, di proprietà della Parrocchia di Verderio sup., dove conservavano carte di famiglia, in gran parte relative all'attività musicale del congiunto.


Nel novembre 1998 decisero di liberare il locale, tenere le carte ritenute utili ai loro scopi e destinare alla discarica le rimanenti. Il signor Giancarlo Bosisio, incaricato del trasporto di queste ultime, informò alcune persone impegnate nel progetto di costituzione dell'archivio, affinché valutassero se, fra il materiale avviato al macero, non ci fossero documenti da salvare.


La maggior parte di quanto fu così recuperato è riconducibile a Vittorio Gnecchi Ruscone. Altri documenti sono relativi invece all'intera famiglia, riguardando le sue attività economiche e finanziarie e la sua vita interna. Particolarmente interessanti, a proposito di quest'ultimo aspetto, le minute de "Il Giornale di Famiglia", un periodico manoscritto che i suoi componenti tennero in vita dal 1867 fino agli inizi del '900, rispettando per tutti quegli anni la frequenza settimanale della pubblicazione.






Un gruppo di documenti, meno consistente come quantità dei precedenti ma comunque significativo e importante, è stato donato dalla signora Giovanna Gnecchi Premoli. Riguarda i beni immobili che furono proprietà di suo nonno, Alessandro Gnecchi Ruscone, dislocati soprattutto nel centro storico di Verderio Superiore.



Un altro lotto di documenti pervenuto all'Archivio è stato donato dal signor Giuseppe Gnecchi Ruscone. Riguarda, in gran parte, i beni che , nella prima metà del '600, passarono dalle mani degli Airoldi a quelle dei Marchesi Arrigoni e da questi, nel 1823, a Giacomo Ruscone. Contratti di compravendita, rapporti con le proprietà limitrofe, ma anche documenti, in particolare registri, riguardanti le produzioni agricole e i rapporti con i contadini. Alla morte di Giacomo Ruscone, 1842, i suoi possedimenti furono ereditati dai nipoti Giuseppe e Carlo Gnecchi. Per volontà dello zio essi acquisirono anche il suo cognome, che da allora identifica questo ramo della famiglia come Gnecchi Ruscone Oltre a quanto già citato, sono presenti due mappe del territorio di Verderio Superiore e Inferiore: in una, in un solo foglio, è evidenziata la proprietà Ruscone, e risale quindi alla prima metà dell'ottocento; nell'altra, in quattordici fogli, è messa in evidenza la proprietà Confalonieri e, per la presenza dell'Aia, può essere datata alla seconda metà di quel secolo.


Recentemente un consistente gruppo di documenti sono stati messi a disposizione dell'archivio dalla famiglia Gavazzi.


Nell'ottobre del 1999 la cooperativa Archimedia ha presentato un progetto per l'ordinamento e la valorizzazione dell'archivio; nel gennaio dell'anno 2000 ha ottenuto l'incarico per la sua realizzazione.


Oltre all'inventario dei documenti di cui sopra si è parlato, Archimedia, avendo ricevuto l'incarico dai comuni di Verderio Inf. e Sup., Paderno, ha effettuato una ricognizione presso gli archivi di stato di Como e Milano e presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano alla ricerca dei documenti riguardanti il territorio dei tre comuni, conservati presso quelle istituzioni: ciò ha permesso la compilazione di un lungo elenco di carte che sarà a disposizione dei frequentatori dell'Archivio Storico, facilitandone il lavoro di ricerca.



Marco Bartesaghi


Nelle immagini alcune pagine di un libretto colonico.

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