martedì 24 gennaio 2017

SULLA RIVA DEL LAGO. Il documentario di Jurij Razza su Fausta Finzi e le sue compagne di deportazione.

"Sulla riva del lago" è il documentario che Jurij Razza sta realizzando sull'esperienza di deportazione nel campo di concentramento di Ravensbrück, che la signora Fausta Finzi condivise strettamente con altre cinque compagne di prigionia

In occasione del Giorno della Memoria,  ho chiesto a Jurij di fare per il blog  il punto sulla realizzazione del documentario.

Venerdì 27 gennaio alle ore 18, Jurij presenterà il suo progetto a  Vimercate, a Palazzo Trotti in piazza Unità d'Italia 1.
M.B.


SULLA RIVA DEL LAGO - avanzamento del lavoro di Jurij Razza

Quando ho iniziato ad immaginare la storia di questo progetto e poi ad occuparmi delle ricerche che ne sarebbero state le fondamenta, non avrei mai pensato che si sarebbe trasformato in un lavoro che avrebbe occupato così tanti anni della mia vita nonché così tante energie. Una ricerca che nel corso degli anni si sarebbe trasformata quasi in un’ossessione e nel desiderio di dar vita alla storia di sei donne coinvolte nell’esperienza della deportazione e che nessuno aveva mai raccontato. 

Fausta Finzi


Di Fausta Finzi e della sua storia conoscevo ormai quasi tutto; dopo il nostro primo incontro - avvenuto nel 2000, quando fui coinvolto nella realizzazione di un piccolo documentario commissionato dal Comune di Verderio e dedicato alla sua testimonianza - ce ne furono molti altri, che accrebbero la nostra amicizia, i suoi preziosi insegnamenti e il mio desiderio di realizzare un nuovo e più approfondito lavoro insieme.
Oggi finalmente questo progetto ha preso forma e si sta concretizzando in un documentario intitolato Sulla riva del lago. Nel mezzo ci sono stati anni di ricerche, di traversie produttive, inaspettate scoperte, snervanti rinunce, imprevisti e nuove conoscenze. E c’è stata anche la morte di Fausta, da cui tutto era scaturito e che non avrebbe potuto proseguire questa avventura con me. 


Le vicende di queste sei donne, che condivisero l’esperienza della deportazione nel lager di Ravensbrück, ha iniziato ad essere svelata e per la prima volta, con questo documentario, le loro memorie si stanno intrecciando per raccontare una storia di solidarietà femminile.

Il lago nelle vicinanze del campo di Ravensbrück

Dal primo ciak battuto alle ultime interviste delle scorse settimane ho già accumulato più di 50 ore di riprese, divise tra interviste e immagini dei luoghi che furono teatro della persecuzione; materiale che è stato minuziosamente catalogato e trascritto, per poter lavorare con più precisione alla futura fase di montaggio.





L’ostacolo maggiore che ha accompagnato la lunga gestazione di questo lavoro è stato principalmente quello economico. Le ricerche si sono dilatate nel tempo per ammortizzare spese come quelle per gli spostamenti, i pernottamenti o il semplice acquisto dei libri e materiali informativi. Tutto questo dovendo incastrare tempi e disponibilità, nei ritagli di tempo e quando il lavoro mi permetteva di proseguire.
E poi ho dovuto affrontare la burocrazia, le difficoltà di reperimento dei materiali d’archivio, la ricerca dei parenti, il lavoro di conoscenza reciproca e il convincimento a partecipare al progetto.






Per contro però ci sono state anche numerose gratificazioni, che mi hanno portato a scoprire sempre più dettagli, a conoscere persone straordinarie che hanno contribuito ad aggiungere nuovi tasselli alla storia di queste donne, ad arricchire sempre di più il progetto.
Manca ormai poco al termine delle riprese: le prossime settimane saranno dedicate all’organizzazione delle ultime sei o sette interviste che completeranno il quadro di tutti i testimoni indiretti legati ad una delle sei storie e poi si inizierà a lavorare al montaggio.



















Alcuni degli intervistati. Dall'alto: Dori Bonfiglioli, Franco Schönheit, Federico Bario














Tutto questo lungo lavoro è durato più di sei anni e si è svolto senza finanziatori. Per questo motivo, ora più che mai, il contributo di tutti coloro che continueranno a partecipare alla raccolta fondi sarà determinante per rientrare nei costi sostenuti e per sopportarmi nella lunga ed meticolosa fase di montaggio che si svolgerà nel corso dei prossimi mesi.
Questa indipendenza produttiva non ha facilitato il cammino, ma mi ha permesso di rendere questo lavoro un progetto partecipato, dove amici, conoscenti o perfetti sconosciuti mi hanno supportato economicamente, ma soprattutto hanno condiviso il proprio entusiasmo, le proprie esperienze e i propri consigli in un progetto di memorialistica che rende omaggio alla storia dei deportati e in particolare a quella delle donne.

Per contribuire, con una donazione libera, è sufficiente cliccare su:


www.produzionidalbasso.com/project/sulla-riva-del-lago-2



Clicca su questo indirizzo per trovare tutto ciò che, su questo blog, riguarda fausta Finzi:

http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/search?q=FAUSTA+FINZI









 

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