lunedì 25 aprile 2016

QUEI QUATTORDICI MESI CHE CAMBIARONO IL DESTINO DI VERDERIO SUPERIORE di Beniamino Colnaghi - seconda parte

La Brianza è sempre stata una terra contadina, un polmone verde, un territorio ricco di boschi, cascine e campanili, vissuta da genti laboriose e produttive. In questa plaga lombarda i borghesi e le più affermate famiglie aristocratiche milanesi costruirono le loro sontuose dimore di villeggiatura e svilupparono alcune loro attività industriali.
Già a partire dalla metà del 1500 Verderio Superiore registrò la presenza di una famiglia di antica nobiltà lombarda, gli Ajroldi, la quale possedeva ingenti proprietà terriere e immobiliari. Nei secoli successivi, a seguito di divisioni di proprietà tra gli eredi e cattive gestioni immobiliari, gli Ajroldi lasciarono spazio ad altre famiglie, quali i Confalonieri, gli Arrigoni, i Ruscone e, ultima in ordine temporale, la famiglia Gnecchi(1). Questo casato, a partire da metà Ottocento, divenne proprietario della quasi totalità delle terre e degli immobili di Verderio Superiore, con propaggini a Verderio Inferiore, Paderno d’Adda e in altri comuni. Gli Gnecchi, almeno fino ai primi anni Venti del Novecento, assegnavano le loro proprietà disponibili ai coloni attraverso contratti di mezzadria, che vennero trasformati successivamente nei cosiddetti contratti misti. I coloni erano oltremodo gravati delle spese di coltivazione, da obblighi accessori consistenti in regalie (pollame, alcune parti degli animali d’allevamento e uova da fornire gratuitamente al padrone) e prestazioni manuali che il colono parziario doveva al padrone del fondo. Per molti anni, inoltre, il potente agente e fattore della casa padronale ebbe l’autorità e la facoltà di sfrattare, dalla casa e dai poderi, quei coloni che avessero commesso furti o compiuto azioni contro le proprietà. Ma non solo: sarebbero stati colpiti anche coloro che avessero assunto comportamenti indecorosi e lesivi dei principi morali.    
  





Villa Gnecchi ripresa dal parco e dalla fontana di Nettuno (cliccare sulle foto per ingrandirle)       
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