E poi io, delle “fini del mondo” sono un veterano: è già la seconda a cui partecipo. La prima volta negli anni sessanta, non ricordo anno, giorno e ora e neanche chi fu ad annunciarla. Ricordo però che fu una giornata positiva. Prima di tutto perché non successe niente, la fine del mondo era stata rimandata. Ma soprattutto perché mia mamma, che ci aveva creduto, per non disperdere la famiglia in un simile momento, aveva tenuto a casa me e mia sorella dalla lezione di pianoforte a cui avremmo dovuto partecipare quel pomeriggio e che ci pesava così tanto che ancor oggi ricordiamo i “buoni motivi” che la fecero saltare.
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