giovedì 26 gennaio 2012

VERDERIO, DICEMBRE 1994: L'AMICA RITROVATA di Carla Deambrogi Carta

Ricordo che all'inizio del 1938, a ogli famiglia era stato recapitato un modulo sul quale andavano indicati, oltre ai componenti della famiglia, i relativi dati anagrafici e la professione, anche la razza e la religione professata.
Il commento di mio papà era stato "È un brutto segnale per gli ebrei".
Mio papà era antifascista e, pur essendo un dipendente pubblico (lavorava all'Azienda Tranviaria di Milano) era riuscito a non iscriversi al Partito Nazionale Fascista perché era stato assunto nel gennaio del 1921, quindi prima dell'avvento del fascismo.
Il primo giorno di scuola della 5° elementare (ottobre 1938) nella mia classe, oltre alle compagne che erano state bocciate, mancava anche la compagna Milla.
All'inizio abbiamo pensato che fosse ammalata, ma dopo un po' di giorni abbiamo chiesto alla maestra il motivo di quel assenza prolungata. La maestra ci ha risposto che la famiglia purtroppo si era dovuta trasferire.
Anche due maestre non c'erano più nella scuola: una si chiamava Lombroso, l'altra Milla Sacerdote ed era la zia della mia compagna.
Era stata pure sostituita la segretaria anch'essa zia della mia compagna.
La mia maestra abitava vicinissima a casa mia e capitava spesso di fare insieme il percorso da casa a scuola o viceversa. Un giorno che non c'erano con me altre compagne le ho chiesto: "La Milla non è più con noi perché è ebrea?"
La maestra ha esitato un po' a rispondere, poi mi ha fatto una carezza e col capo ha fatto cenno di sì.
Non avrei mai immaginato che un giorno avrei rivisto la mia compagna.
Invece ciò che sembrava impossibile è avvenuto: precisamente nel dicembre del 1994 a Verderio Superiore, in occasione della posa della lapide in memoria degli zii e delle zie della mia compagna, deportati ad Auschwitz.



DUE IMMAGINI DELLA POSA DELLA LAPIDE IN MEMORIA DELLA FAMIGLIA MILLA, AVVENUTA L'11 DICEMBRE 1994: FOTO SOPRA, LE PAROLE DEL SINDACO ARMANDO VILLA; FOTO SOTTO, SERENA MILLA SCOPRE LA LAPIDE CHE RICORDA, FRA GLI ALTRI, SUO PADRE UGO.
A proposito della mia maestra voglio precisare che era un'antifascista convinta. Infatti quando a scuola c'era qualche cerimonia, era l'unica di 18 insegnanti a non indossare la divisa fascista.
Un particolare significativo: all'inizio dell'anno scolastico, tutta la scuola andava a Messa; la mia maestra, che non era in divisa, non accompagnava la propria classe, ma era in coda con le alunne che, come lei, non indossavano la divisa.

Carla Deambrogi Carta

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