giovedì 21 gennaio 2010

TEREZIN, IL LAGER DEI BAMBINI di Beniamino Colnaghi


MONUMENTO DEDICATO ALLE VITTIME
DI TEREZIN

In ricordo di tutti i bambini morti nei lager e nei campi di concentramento.
Terezín, in tedesco Theresienstadt, era una cittadina completamente circondata da mura, fatta costruire nel 1870 dall'Imperatore Francesco Giuseppe, in onore della madre Maria Teresa d'Austria. E' stata articolata in dodici bastioni a forma di stella, costruiti in mattoni rossi. Una stella infernale e tragica, però.
La Fortezza Minore di Terezin, che dista circa 60 km, a nord, da Praga, fu costruita principalmente per difendere il cuore della Boemia dagli assalti degli eserciti nemici. Fu una fortezza militare che ospitò una guarnigione a difesa della regione più settentrionale dell'Impero Austro-Ungarico. La fortezza, come avveniva spesso nelle strategie militari degli antichi imperi, venne eretta vicino ad un fiume, o meglio, in questo caso, alla confluenza del Labe (Elba) con il fiume Ohre.
Durante la I Guerra Mondiale fu utilizzata come carcere per i prigionieri di guerra, principalmente provenienti dalle regioni confinanti con la Russia e dalla Galizia, Rutenia e Bukovina.

INGRESSO AD UN CORTILE INTERNO

All'inizio della seconda guerra mondiale, dopo l'invasione della Cecoslovacchia, la Gestapo utilizzò Terezin sia come ghetto e sia come la più grande prigione del Provveditorato di Boemia e Moravia, concentrando soprattutto gli ebrei provenienti dalla Cecoslovacchia, dall'Austria e dalla Germania. Hitler fece trasferire tutti gli abitanti di Terezin e nelle case mise i bambini presi e deportati dai vari paesi e strappati ai loro genitori, che spesso venivano mandati direttamente in altri lager nazisti.
Terezín non era un vero e proprio campo di sterminio, non c'erano camere a gas: degli oltre 140.000 ebrei che furono internati, circa 33.000 morirono nel ghetto, in gran parte a causa delle terribili condizioni di estrema sofferenza derivanti dalle malattie e dalla densità della popolazione. Oltre 17.000 persone furono liberate dall'esercito dell'Armata Rossa, il restante numero fu deportato ad Auschwitz/Birkenau e negli altri campi di sterminio.

UNA CELLA

I nazisti cercarono di presentare Terezin come "zona autonoma di insediamento ebraico" e "ghetto modello" e mostrarono il campo a più riprese a delegazioni di osservatori internazionali, tra cui la Croce Rossa. Per un certo periodo i nazisti permisero le manifestazioni artistiche, venne formato un coro e subito dopo nacque un'orchestra. Hans Krasa, un valente musicista, compose una piccola opera per bambini intitolata "Brundibar": E' l'unica opera lirica che può essere rappresentata in forma teatrale con scene e costumi. Medici, infermieri, insegnanti e altri volontari con infinito spirito di sacrificio lavorarono per assicurare il funzionamento ed il mantenimento del decoro nel campo, sempre più sovraffollato.

LA BOCCA DI UN FORNO

Progettato per 7 mila internati, nell'autunno del '42 ne contava già 60 mila. La fortezza divenne luogo lugubre e terrificante. Le sue celle buie e umide servivano per interrogatori feroci e torture disumane, i suoi cortili per esecuzioni capitali.
Fino alla evacuazione, da Terezin partirono interminabili convogli per i lager di Auschwitz/Birkenau e della Polonia orientale, dove gli abitanti del "campo modello" furono sterminati senza pietà. Verso il 1944, quando si cominciò a capire che la Germania sarebbe crollata, gli ultimi adulti che rimasero a Terezin raccolsero i disegni dei bambini del campo che tenevano nascosti e li murarono nelle pareti, in modo tale che potessero essere testimonianza e memoria di ciò che avvenne nella fortezza-lager.
I testi storici affermano che, dei 15.000 bambini che tra il '42 ed il '45 arrivarono a Terezin, se ne salvarono solo un centinaio. Terezin diventò il ghetto dell'infanzia, una delle invenzioni più mostruose del nazismo, una incancellabile vergogna della storia.
Gli uomini sapevano cos'era il nazismo, sapevano cos'era la mostruosa macchina che li stava annientando. I bambini no. I bambini sapevano che non avevano fatto nulla di male e si chiedevano perché erano stati trasferiti in quell'inferno e chiedevano di essere riportati a casa loro, dalla mamma, dai nonni, per poter ritornare a scuola ed ai propri giochi.

A Terezin qualche insegnate prende l'iniziativa, vietata, di far scuola ai bambini ed ai ragazzi. E' un modo per occuparli e distrarli dagli orrori. Così nascono disegni e poesie. E fortunatamente questi lavori si sono in gran parte conservati. I disegni sono 4 mila e le poesia 60. Quei disegni infantili e quelle poesie innocenti e acerbe sono tutto ciò che resta di 15.000 bambini, che riproducono i loro sogni e le loro esperienze vissute, sia prima sia durante l'internamento: carretti carichi di cadaveri e mostri che divorano i bambini, ma anche alberi, farfalle, frutta, i treni e le barche, il mercato, le feste in famiglia, il natale.

Oggi la fortezza di Terezin è visitabile dal pubblico. Molti dei disegni dei bambini spazzati via dallo sterminio nazista si possono vedere a Praga, nel museo che si trova a fianco del vecchio cimitero ebraico, nell'antico Ghetto della città.





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